È inaccettabile, inaudito, quasi incredibile che nel 2025 ci si trovi ancora di fronte a cartelli che vietano l’accesso alle biciclette. Eppure, a Monte Isola succede ancora.
Con la delibera n. 33 del 29 ottobre 2024, l’Amministrazione Comunale ha esteso e irrigidito il divieto di sbarco e transito per biciclette e monopattini provenienti da fuori territorio comunale. Le nuove limitazioni valgono da marzo a settembre nei giorni prefestivi e festivi, e ogni giorno per tutto il mese di agosto.
Se in passato tali restrizioni potevano forse avere un senso nei picchi dell’alta stagione, oggi questa decisione appare priva di ogni reale giustificazione. A maggior ragione quando sull’isola continuano a circolare regolarmente mezzi a noleggio, capaci di generare le stesse criticità in termini di sicurezza.
Un passo indietro nella mobilità sostenibile
Quello che più colpisce è il completo abbandono del dialogo. Il fragile equilibrio costruito con la precedente amministrazione – che prevedeva un accesso controllato e un confronto costante con le realtà ciclistiche – è stato smantellato. Oggi si assiste a un inaccettabile irrigidimento, con divieti sempre più ampi, più lunghi, più ingiustificati.
Ma davvero questo è il concetto di sostenibilità che ha in mente l’amministrazione di Monte Isola? In un’Europa che spinge verso città e territori “bike-friendly”, dove la mobilità dolce viene sostenuta, incentivata e valorizzata, Monte Isola si muove nella direzione opposta. E non è solo un problema locale: è un cattivo esempio nazionale.
Monte Isola rischia di diventare un simbolo negativo
A nome di A.Ri.Bi. – Associazione per il rilancio della bicicletta, esprimiamo la nostra più ferma disapprovazione per questa politica miope e retrograda. Monte Isola, da perla del lago d’Iseo, rischia di diventare tristemente nota come “l’isola antibicicletta”.
Un’assurdità che non può e non deve passare inosservata. Non solo perché impedisce ai ciclisti di godere di un territorio meraviglioso, ma perché lancia un messaggio contrario alla direzione che il nostro Paese dovrebbe prendere: quella dell’apertura, dell’inclusione, della sostenibilità vera.
L’appello di A.Ri.Bi.
Facciamo un appello a tutte le associazioni ciclistiche, alle realtà ambientaliste, ai media locali e nazionali, e a chiunque creda in una mobilità moderna, equa e sostenibile: facciamo sentire la nostra voce.
Non si tratta solo di biciclette. Si tratta del diritto di scegliere come muoversi, del futuro che vogliamo costruire, della qualità della vita nei nostri territori.
Monte Isola può e deve cambiare rotta. E per farlo, abbiamo bisogno della voce di tutti.

